Primo trofeo stagionale per il Milan. La formazione rossonera ha sconfitto il Siviglia per 3-1 e si è aggiudicato la Supercoppa europea. In un'atmosfera triste le due società hanno onorato al meglio il ricordo di Anotnio Puerta, sfortunato giocatore degli andalusi scomparso martedì scorso.
Inizio subito scoppiettante con la formazione di Ramos che si porta in vantaggio al 14' con Renato grazie ad una disattenzione della difesa milanista. Nella ripresa il Milan rialza la testa e trova il pareggio con Inzaghi imbeccato splendidamente da Gattuso dopo una delle solite invenzioni di Andrea Pirlo. Ma è al minuto 62 che arriva la perla rossonera: lancio di 35 mt di Pirlo e tiro al volo di Jankulovski che trafigge Palop; a 3' dalla fine giunge anche la firma di Kakà che prima si procura il rigore e poi su respinta del portiere insacca di testa.
Il Milan vince la Supercoppa europea ma lo fa in uno Stade Luois II dal clima surreale in cui le due squadre e le due tifoserie si sono unite in un solo nome, quello di Antonio Puerta.
Festeggiamenti rossoneri in toni minori con applausi a scena aperta per tutti e il ricordo del giocatore andaluso in campo per tutti i 90', gesti che una volta di più dimostrando quanto questa società non sia famosa solo per i suoi campioni ma anche per la sua classe e la sua nobiltà, due caratteristiche che non si comprano al calciomercato, neppure con i petroldollari.
Inizio subito scoppiettante con la formazione di Ramos che si porta in vantaggio al 14' con Renato grazie ad una disattenzione della difesa milanista. Nella ripresa il Milan rialza la testa e trova il pareggio con Inzaghi imbeccato splendidamente da Gattuso dopo una delle solite invenzioni di Andrea Pirlo. Ma è al minuto 62 che arriva la perla rossonera: lancio di 35 mt di Pirlo e tiro al volo di Jankulovski che trafigge Palop; a 3' dalla fine giunge anche la firma di Kakà che prima si procura il rigore e poi su respinta del portiere insacca di testa.
Il Milan vince la Supercoppa europea ma lo fa in uno Stade Luois II dal clima surreale in cui le due squadre e le due tifoserie si sono unite in un solo nome, quello di Antonio Puerta.
Festeggiamenti rossoneri in toni minori con applausi a scena aperta per tutti e il ricordo del giocatore andaluso in campo per tutti i 90', gesti che una volta di più dimostrando quanto questa società non sia famosa solo per i suoi campioni ma anche per la sua classe e la sua nobiltà, due caratteristiche che non si comprano al calciomercato, neppure con i petroldollari.
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