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Chi vincerà la prossima tappa di Risiko + ?

Risikate o Rosikate

Risikate o Rosikate
Albo d'oro
Tappa_1: Joey Cape
Tappa_2: 22

La videoteca

Dopo il primo articolo di Gallo ecco la seconda uscita della rubrica "videoteca".
Il film da me proposto è sicuramente più noto del primo ed immagino che molti di voi l'abbiano già visto. La scelta è stata fatta sia per gli argomenti trattati (teoria dei giochi ed applicazione nell'economia industriale) sia per il modo in cui vengono descritti e la splendida interpretazione degli attori.




Titolo originale: A Beautiful Mind
Anno: 2001
Durata: 136'
Regia: Ron Howard

Trama:

Nel 1949, il ventunenne e talentuoso matematico John Forbes Nash Jr. entra nella prestigiosa Università di Princeton con una borsa di studio per il dottorato. Refrattario ad instaurare rapporti sociali, Nash ha solo due amici: Charles, il suo compagno di stanza, e le formule matematiche. Ossessionato dal pensiero di trovare un'idea originale a cui applicare le sue formule, John riesce nel suo obiettivo: in una tesi di dottorato di sole 27 pagine espone geniali intuizioni fondamentali allo sviluppo della "Teoria dei Giochi", con la definizione del cosidetto equilibrio di Nash, facendo così diventare desuete le teorie dell'economista classico Adam Smith.
Le sue idee gli procurano fama e un importante posto di ricercatore al MIT di Boston. In piena "guerra fredda" viene contattato dall'esercito per la sua incredibile capacità di decodificatore. Entra così in contatto con l'"eminenza grigia" William Parcher, oscuro personaggio del governo che lo assolda per una missione top secret. Contemporaneamente John trova anche l'amore di Alicia, una giovane studentessa di fisica, che diventa sua moglie.
La vita di Nash viene a questo punto sconvolta da una terribile scoperta. Charles, la sua nipotina e lo stesso Parcher sono in realtà solo proiezioni della mente malata di Nash, affetto da una grave forma di schizofrenia. Vagando come un fantasma tra cliniche e manicomi viene sottoposto a numerose sedute di shock insulinico. Grazie all'affetto ed alla vicinanza dei familiari, Alicia in particolare, e alla sua forza mentale riuscirà ad ignorare le sue allucinazioni, superando incredibilmente la malattia e tornando ad una vita normale. Rinato, Nash diventa docente a Princeton, e nel 1994 è insignito del Premio Nobel per l'economia.

Per chi volesse approfondire la storia di questo matematico consiglio la lettura del libro: Il genio dei numeri. Storia di jonh Nash, matematico e folle di Sylvia Nasar nel quale si racconta una vicenda commovente in tre atti: genio, pazzia e risveglio.

Curiosità:

Sin dall'inizio del film sono evidenti, seppur abilmente mascherati, i segnali della follia del protagonista :

Charles non si presenta agli amici né alla ragazza di John, seppur quest'ultimo continui a parlarne agli altri come se realmente esistesse, da quanto emerge dal dialogo tra Alicia e il dottor Rosen.

Quando Parcher accompagna per la prima volta John nella "base segreta", il matematico dice : "mi avevan detto che questi capannoni erano abbandonati".

La nipotina di Charles corre in mezzo a dei piccioni, ma questi non si alzano in volo né si spostano. Segno che la bimba esiste solo nella mente di John.

Quando Parcher blocca Nash alla porta del suo ufficio ed entra con lui, si può notare lo sguardo perplesso della guardia all'ingresso dell'edificio. Appena poche scene dopo, quello del collega di Nash quando lui chiama Parcher per il corridoio.

La frase:

La conversazione arrichisce la comprensione, ma la solitudine è la scuola del genio

Edward Gibbon

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Bravo Cimu! sono davvero contento che tu abbia scritto il secondo atto di questa rubrica. Il film è davvero bellissimo e il libro è il mio prossimo obiettivo... Mi hai fatto venir voglia di riguardarlo in questi giorni. L'ultima frase è una chicca mica da ridere... La solitudine è la scuola del genio! niente di più vero.

Jack Silver ha detto...

Bravo guagliò aprezzo molto la ricerca il film l'avevo già visto e tu da bravo economista pure e a quanto pare l'hai aprezzato.