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Radiohead: iniziativa fallita?

Notizia di sicuro interesse per il new very bomber

LONDRA (Gran Bretagna) - L'iniziativa dei Radiohead era ottima e rivoluzionaria: scaricare il nuovo album della band, "In Rainbows", pagando quello che si voleva. Anche nulla. Un’indicazione presa alla lettera da 3 fan su 5 della famosa band di Oxford. Stando, infatti, a un’indagine condotta dalla comScore, azienda che monitorizza il comportamento online di circa 2 milioni di "surfers" in tutto il mondo, il 62% dei 12 milioni di appassionati che si sono affrettati a fare il download del disco uscito un mese fa non ha sborsato nemmeno un centesimo.

FAN INGLESI RESTII - Nella logica del "paga quanto vuoi" (meglio se il meno possibile), i più restii ad aprire il portafoglio sono stati proprio i fan inglesi, che hanno tirato fuori una media di 2,24 sterline (3,20 euro) a testa, mentre quelli statunitensi sono stati leggermente più generosi con 2,98 sterline (4,20 euro). Solo il 12% ha sborsato una cifra compresa fra 3,90 e 5,80 sterline (5,60 e 8,30 euro). Il fallimento dell'esperimento dei Radiohead rappresenta un duro colpo anche per l’industria discografica, che guardava all’iniziativa con un misto di curiosità e speranza, visto il crollo vertiginoso delle vendite di cd l’anno passato (un terzo secco in meno) e l’aumento esponenziale della musica scaricata illegalmente.

«RISULTATO DEPRIMENTE» - «È un risultato deprimente – ha spiegato al Daily Mail Tim Dellow, co-fondatore dell’etichetta londinese "Trasgressive Records" – e questo dato scoraggerà sicuramente le band più piccole a riproporre un simile modello di business in futuro. I Radiohead avrebbero potuto fare un gran bel colpo, ma la loro iniziativa è fallita principalmente perché i loro fan sono cresciuti nel tempo grazie all’aiuto della major discografica e ai suoi canali di distribuzione e marketing». Secondo, invece, Fred Wilson della "Union Square Ventures", azienda di New York che promuove la musica sul web, la filosofia del "pay what you want" era destinata a fallire fin dal principio, perché appellarsi all’onestà dei fan per vendere dischi è un concetto ormai anacronistico, in un’epoca in cui milioni di persone già scaricano album illegalmente. «Questo risultato così negativo – ha spiegato Wilson - è la dimostrazione che per la maggior parte della gente la musica digitale deve essere gratis e che non vale la pena pagare un solo centesimo per averla».
Fonte: corriere.it

Avrei detto che l'iniziativa avrebbe riscosso un maggiore successo. Forse siamo entrati troppo nell'equazione: musica su internet allora gratis (o praticamente). Non capisco solo xchè i fans hanno scaricato la musica dal sito ufficiale, per dare pochi centesimi si poteva scaricare da un altro canale. Peccato... speriamo che questa modalità venga riproposta, magari con qualche cambiamento.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Come si cucinano gli asparagi?

Anonimo ha detto...

Non sono poi così d'accordo con la parola "fallimento": insomma, cerchiamo di capire quale fosse l'obiettivo dell'iniziativa.
Incassare più soldi che con la vendita classica del cd "fisico"?
Non credo che mirassero a questo, piuttosto direi che ci sia un dato senz'altro molto più significativo, nell'articolo: 12 milioni di persone hanno scaricato legalmente quel disco. Attendiamo i dati riguardanti l'edizione speciale, aggiungiamo qualche altro milione di download illegali.
Facciamo una stima (per difetto) di 15 milioni di copie nelle case della gente.
Significa che l'album piace molto, e che la band arà come semre sold out in tutte le sue date.
Vogliamo chiamarlo fallimento?

Tra l'altro vi rimando a questi dati per farvi un'idea:
http://it.wikipedia.org/wiki/Elenco_degli_artisti_musicali_per_maggiori_vendite

Anonimo ha detto...

li passi al burro e sale, se no cucinali con le uova

Anonimo ha detto...

questo sicuramente va bene per gruppi come i Radiohead (oramai e giustamente affermati e con un contratto in scadenza).. Ma si pensi a gruppi secondari che cercano di emergere. Le case discografiche approverebbero un altra iniziativa del genere? Direi proprio di no. Ciò conferma l'impossibilità di by-passare le case discografiche.. Almeno x ora.. Purtroppo

Anonimo ha detto...

Consiglio. 12 minuti, velocità 1 a temperatura Varoma. Puoi cucinarli con uova e nel cestello mettere altre verdure a tuo piacimento

Anonimo ha detto...

Sono d'accordo con cap. Non penso sia stato un fallimento. I radiohead non avevano assolutamente bisogno di guadagnare più soldi possibili, ma piuttosto volevano far discutere come sta succedendo da quando è apparso In Rainbows sul web. I radiohead avevano già fatto diversi esperimenti di brani sul web e già allora non pensavano ai quattrini... La cosa bella che hanno fatto thom & Co. è che hanno diviso x la prima volta l'album "digitale" con tanto di copertina dall'album per collezzionisti. Quest'ultimo è inteso come una vera e propria opera d'arte che solo un vero fan può apprezzare fino in fondo. Io non vedo l'ora, sarebbe un bel regalo di natale!